Sul tema delle ciclovie si è svolta questa mattina una seduta della Commissione Controllo e Garanzia, il cui scopo era quello di esaminare gli atti amministrativi delle piste ciclabili. In audizione il RUP Arch. Bruno Doldo.

L’architetto Doldo ha spiegato come “per le piste ciclabili ci sia un vincolo dell’Unione europea per realizzare un certo numero di chilometri sul territorio, al fine di accedere ai finanziamenti, quindi noi non possiamo astenerci dal realizzarle. Stiamo cercando di realizzare piste che abbiano un impatto minimo sul territorio. A parte la pista di Pentimele, che è su sede unica e quindi ha quel colore particolare che è sul rossiccio e sulla quale saranno installati anche pittogrammi per le segnalazioni, tutte le altre piste che andremo ad installare in questo primo lotto – che è di 600 mila euro per 10 chilometri di pista – saranno piste promiscue, quindi segnalate a terra con le linee previste per le piste ciclabili“.

Ma cosa si intende per promiscue? A transitare sulle piste saranno, insieme alle bici, le automobili. “Avranno i pittogrammi delle piste, ma le auto potranno andarci sopra. Le auto dovranno dare precedenza ai ciclisti“, ha spiegato Doldo.

Il RUP ha spiegato che il colore rosso non sarà utilizzato per le piste promiscue, ma “per dare un impatto più gradevole abbiamo pensato che per tutte queste piste promiscue che passeranno dal centro faremo solo segnalazioni con strisce e pittogrammi. Saranno tutte color asfalto. L’unica pista rossa resterà quella di Pentimele“.

Fonte: Strettoweb

Il commento di Claudio Magliulo, direttore per l’Italia della Clean Cities Campaign:

A REGGIO CALABRIA, CICLABILI PROMISCUE AUTO-BICI PER FARE FESSI E CONTENTI GLI EUROBUROCRATI

“Stiamo cercando di realizzare piste ciclabili che abbiano un impatto minimo sul territorio”, dice un tecnico del comune di Reggio Calabria.

No, non si riferisce al consumo di suolo o all’impermeabilizzazione.

Le “piste ciclabili” che l’Unione Europea costringe il povero comune di Reggio Calabria a fare saranno *ad uso promiscuo di auto e bici*, senza quella brutta colorazione rossa che finirebbe per rovinare l’elegante continuità monocromatica dell’asfalto.
Magari solo con dei pittogrammi sul lato destro della carreggiata.

Nel caso di Reggio Calabria è non solo evidente l’assoluta insipienza culturale sul tema della ciclabilità, ma emerge anche in modo cristallino il percorso che ci porta o a perdere i fondi europei o a farci sanzionare dall’UE per averli usati male.
I reggini meritano molto molto meglio.