Il Governo si appresta a tagliare 425 milioni dal finanziamento della linea C: i primi 25 per il prossimo anno e poi, con cifre sempre maggiori, anno dopo anno fino al 2032. Andando così a intaccare i 2,2 miliardi di euro complessivi già stanziati per realizzare la parte centrale e quella nord della terza linea della metropolitana romana, un’opera attesa in città da 25 anni.
Il taglio è per ora contenuto nelle pieghe di un sistema informativo di monitoraggio interno, uno strumento riservato e non consultabile pubblicamente, mentre nel testo della prossima legge di bilancio risulta un taglio di soli 25 milioni. Ma la realtà è ben diversa: per fare fronte ai tagli imposti dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ai vari dicasteri, ovvero 300 milioni per il 2025 che diventano 500 per il 2026 e 700 per il 2027, il ministero dei Trasporti ha messo mano all’accetta e colpito pesantemente uno dei progetti più strategici e importanti per il futuro di Roma, quello dedicato alla realizzazione delle tratte centrali della linea C. In pratica la scure del Mit ha tagliato 375 milioni dal 2025 al 2032, con valori crescenti, ed altri 50 milioni di residui per un totale, appunto, di 425 milioni.
Per la linea C è una fase decisiva e molto delicata. Al momento Roma Metropolitane sta lavorando alla progettazione definitiva delle due nuove tratte. La cosiddetta T2 prevede le stazioni di Venezia, già in costruzione da circa un anno, Chiesa Nuova, anche se c’è in campo l’ipotesi di “ spostarla” e ridenominarla Argentina per renderla più centrale, San Pietro, prevista nei giardini di Castel Sant’Angelo, Ottaviano, dove si realizzerà uno scambio con la linea A e Clodio/ Mazzini, che sarà realizzata sull’asse di viale Mazzini. La successiva tratta T1 contiene invece due fermate: Auditorium e Farnesina: la prima a pochi metri dal Parco della Musica e la seconda non troppo lontana dal ministero degli Esteri.
La società capitolina che si occupa di progettare le metropolitane del futuro ci lavorerà per tutto il 2025, per arrivare pronta tra circa un anno. I cantieri per tutte queste stazioni si apriranno infatti nel 2026, a Giubileo concluso.
Le conseguenze di questo taglio progressivo, se sarà confermato, si avranno proprio su queste tratte, anche se oggi non sono ancora facilmente ipotizzabili: si va dalla cancellazione dell’ordine di un certo numero di nuovi treni al taglio di una stazione, magari nella tratta Clodio- Farnesina, fino al congelamento di tutta la tratta T1, che potrebbe essere realizzata solo “ a grezzo”, ovvero senza finiture, per permettere alle talpe di essere calate a Farnesina e proseguire poi verso il centro, in attesa di nuove risorse per concludere l’intervento in futuro. Di certo servirà una rimodulazione della progettazione fatta con il bisturi, se non si vuole compromettere l’intera realizzazione dell’opera.
Fonte: Repubblica