Ieri l’emendamento “ Salva linea C”, quello che ripristina i 425 milioni al finanziamento dell’opera, precedentemente tagliati dalla scure del ministro dell’Economia, è stato inserito nel testo della manovra di bilancio, la cui approvazione è prevista nella giornata di domani con un voto di fiducia nei due rami del Parlamento.

Per la linea C è un’ottima notizia. Che si traduce con la certezza che l’intero percorso Venezia-Clodio- Farnesina sarà realizzato, tutto insieme, e che quindi le talpe meccaniche, quelle che dovranno realizzare le lunghe gallerie sotterranee, potranno essere calate nei pressi dei parcheggi nell’area del ministero degli Esteri, senza campi base tra Prati e Delle Vittorie, appena il Giubileo sarà concluso, a partire dal gennaio 2026. Ma facciamo un passo indietro.

La giornata di ieri si era aperta con la cerimonia di inaugurazione del primo dei murales che, ogni quattro mesi, si alterneranno per ricoprire i silos che svettano davanti al Vittoriano. Il primo artista ad aver ingentilito il cantiere con una sua opera è Pietro Ruffo, protagonista di un grande disegno bicolore, bianco e blu, che rappresenta alcune costellazioni raffigurate da animali e corpi umani, disegnati secondo un’iconografia che riporta alla mente i miti dell’antica Roma.

La giornata di ieri, però, ha portato altre notizie positive sul fronte delle future metropolitane e dei prossimi tram della città. L’assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patanè ha annunciato che il 7 gennaio si entrerà nel vivo del cantiere per la nuova tranvia Togliatti, con il fondamentale spostamento dei sottoservizi.

Novità anche per la linea D: lo stesso Patanè ha svelato alcune ipotesi progettuali della tratta centrale. « Venuta meno la possibilità di far incrociare la quarta linea con la metro A a Spagna – ha detto – ora stiamo valutando nuovi percorsi: la tratta Buenos Aires- Fiume- Barberini-Venezia o l’alternativa Buenos Aires- Flaminio- San Silvestro-Venezia, con un grande nodo di scambio a Flaminio tra le due linee, il tram 2 e la Roma-Viterbo».

fonte: Repubblica