Cinquanta pedoni morti sulle strade di Roma nel 2024. Un tasso di infortuni stradali pari a 6,1 persone, tra morti e feriti, ogni 1000 abitanti. Ancora tremendamente alto. E, più in generale, 16.059 collisioni tra mezzi, che hanno causato la morte di 223 persone e un totale di 20.444 feriti, in questo caso nel 2023, ultimo anno statisticamente verificato. Numeri favoriti dall’abnorme numero di auto in circolazione, ben 1.823.155.

Fanno impressione i numeri contenuti nel rapporto “Roma, come cambia la Mobilità”, presentato ieri da Legambiente Lazio, anche se i freddi dati da soli non bastano a descrivere le tante tragedie che hanno scosso la città l’anno scorso. Basti ricordare la morte del 50enne investito mentre si trovava vicino ad una fermata dell’autobus, in viale Palmiro Togliatti, la carambola in cui è deceduta una studentessa di 21 anni, non lontano dalla stazione Tiburtina, o i tanti incidenti sulle due ruote, come quello del trentenne che ha perso la vita sul suo scooter in un impatto frontale sulla via del Mare.

È il tasso di motorizzazione che si registra a Roma il principale responsabile di questa situazione. Nella Capitale, nel 2024, si contano 66 auto ogni 100 abitanti, un dato già molto alto che è addirittura in crescita rispetto al rilevamento del 2023 quando ci si fermava a 64 veicoli ogni 100 persone. La conseguenza è che il 59,3% degli spostamenti effettuati ogni giorno dai romani si svolge in auto, anche se le distanze degli spostamenti quotidiani siano per il 49% sotto i 6 km. E quindi potenzialmente alla portata del trasporto pubblico.

Non solo incidenti. L’eccessivo numero di auto in circolazione spinge in alto anche i numeri dell’inquinamento. Roma si posiziona in una posizione migliore rispetto ad altre città italiane come Milano e Napoli ma anche nella Capitale i livelli delle Pm10 e No2, prodotte nei motori delle auto, vanno tenuti sotto controllo.

A questo proposito nel grafico che segue si evidenzia come anche a Roma nei primi due mesi dell’anno siano stati superati abbondantemente per PM2,5 e NO2 i livelli raccomandati dall’OMS per tutelare la salute umana.

«A Roma ci sono troppe macchine, incidenti e smog, su strade intasate dai veicoli privati — spiega Roberto Scacchi, responsabile nazionale mobilità e presidente regionale di Ambientante — per scardinare lo strapotere fisico e culturale delle auto nello spazio urbano e negli spostamenti bisogna accelerare processi decisivi come lezone a basse emissioni o i grandi progetti per il trasporto pubblico. In primo luogo si devono concretizzare tutti i prolungamenti delle metro, rafforzare la Fascia Verde in vigore dallo scorso novembre e costruire tutte le nuove tranvie previste, a partire dal tram su via Nazionale tra Termini e San Pietro».

I progetti di implementazione della rete non mancano. Dal prolungamento della linea C fino alla zona nord di Roma, con i cantieri pronti a partire entro la fine dell’anno, alle 4 nuove linee tranviarie già in attuazione, nel caso di quella sulla Togliatti in costruzione, a cui si devono aggiungere altre 6 tranvie in progettazione. Ma i cittadini devono riabituarsi a spostarsi con i mezzi pubblici, abbandonati dopo il Covid, se è vero che si registra un calo dei viaggi per abitante all’anno da 343 a 259.

Una diminuzione drammatica per l’impatto sul traffico privato, solamente in parte controbilanciata dalle buone performance dei mezzi in sharing: 17.000 mezzi, tra auto, scooter elettrici, monopattini e bici che hanno generato, da gennaio a settembre 2024, 6,7 milioni di spostamenti in monopattino e 1,8 in bicicletta. La strada da percorrere è ancora lunga.

fonte: Repubblica