Il tram 19 torna a Prati. Lo farà il prossimo anno, nei primi mesi del 2026. Ma il capolinea non sarà a piazza Risorgimento a causa del cantiere per la nuova fermata Ottaviano della linea C che si aprirà tra pochi mesi proprio sui vecchi binari della tranvia. Sarà realizzato su viale delle Milizie, lì dove l’elegante boulevard incrocia via Barletta. Oppure un po’ più avanti, prima di via della Giuliana.

A tracciare il futuro della storica linea tranviaria è una memoria presentata dall’assessore ai Trasporti, Eugenio Patanè, approvata ieri dalla giunta capitolina. Il documento dà mandato agli uffici e ad Atac di progettare il nuovo capolinea a viale delle Milizie e di utilizzare sulla linea i nuovi tram bidirezionali. L’iter prevede di individuare le risorse nella variazione di bilancio di luglio per aprire i cantieri nel 2026, che dureranno qualche mese perché l’idea è quella di realizzare solo uno scambio di binari che consenta ai nuovi convogli, in arrivo in autunno, di cambiare direzione senza sfruttare l’anello di piazza Risorgimento.
Ma non è tutto. La memoria di giunta chiede anche ad Atac di riqualificare i binari di via Ottaviano. Perché l’intenzione è quella di far tornare i tram a piazza Risorgimento dopo la fine dei lavori della linea C. « Siamo soddisfatti — ha commentato Patanè — tra non molto Prati e Parioli torneranno a essere collegati dal tram, così come molte scuole e la zona universitaria. Ma questa è una straordinaria opportunità anche per riqualificare pezzi di armamento che saranno utili in futuro».

Patanè ha poi accennato anche alle nuove opere. Per il tram Verano- Tiburtina la novità è che sono state consegnate le aree di cantiere alla ditta Salcef e che quindi i cantieri potranno aprirsi a stretto giro. Dal 12 maggio sono poi attivi i lavori su tutte le fasi funzionali del tram Togliatti. Mentre per la linea D è stato tracciato un primo cronoprogramma che prevede l’avvio dei sondaggi a cavallo del 2026 e «il finanziamento della tratta Nomentana- Nemorense nel 2027». Poi partiranno i lavori.

fonte: Repubblica