La linea C della metropolitana di Roma, spesso al centro di polemiche per i ritardi e i costi, si rivela oggi un fattore di sviluppo economico e occupazionale per la Capitale. A dimostrarlo è lo studio “Aumentare l’accessibilità tramite il trasporto pubblico favorisce l’economia locale: l’effetto di una nuova metropolitana a Roma”, realizzato da un gruppo di ricercatori del Sony Computer Science Laboratories e dell’Università La Sapienza di Roma (Francesco Marzolla, Bruno Campanelli, Hygor Melo, Matteo Bruno e Vittorio Loreto).
La ricerca ha analizzato in modo sistematico gli effetti socio-economici della linea verde — che collega la periferia est con il centro cittadino — sui quartieri attraversati dal tracciato. I risultati confermano che migliorare l’accessibilità tramite il trasporto pubblico non solo agevola gli spostamenti, ma produce ricadute dirette sull’economia urbana.
I numeri della crescita
Secondo lo studio, nei quartieri serviti dalla nuova linea si registra:
- un +5% di attività economiche e imprese rispetto a zone con caratteristiche simili ma non collegate dalla metro;
- 4.500 nuovi posti di lavoro generati direttamente o indirettamente dall’aumento di accessibilità;
- un incremento del PIL locale stimato in 60 milioni di euro.
La ricerca ha preso in esame l’evoluzione dei quartieri lungo il tracciato dal 2013, poco prima dell’apertura della linea, fino al 2020, confrontandoli con aree analoghe non servite. L’effetto positivo si manifesta già prima dell’attivazione completa del servizio e si consolida attorno al 2018.
Le aree più dinamiche
A beneficiare maggiormente della metro C sono state le zone di Roma Est:
- Torpignattara, dove nel 2019 sono nate 750 microimprese (aziende con meno di 10 dipendenti);
- Centocelle, con 770 nuove attività nel 2020, contro le 264 del 2015;
- Torre Angela, Borghesiana, Giardinetti, Alessandrino e Torre Maura, anch’esse in forte crescita.
Il potenziamento del trasporto su ferro ha reso queste aree più attrattive per negozi, servizi, imprese digitali e artigianali, contribuendo anche alla rivalutazione immobiliare e a una maggiore vitalità sociale.
Mobilità sostenibile come leva di sviluppo
“Una metropolitana è un attrattore economico oltre che un’infrastruttura di trasporto”, sottolinea Francesco Marzolla, coordinatore dello studio. “Investire nella mobilità sostenibile crea valore aggiunto, opportunità di lavoro e nuovi equilibri territoriali”.
Il messaggio è chiaro: il trasporto pubblico di massa non è solo una misura ambientale, ma un investimento produttivo, capace di attivare economie locali, favorire la nascita di nuove imprese e ridurre le disuguaglianze territoriali.
Una riflessione particolarmente attuale alla luce della manovra di bilancio 2026, che prevede tagli significativi alle risorse destinate proprio a metro, tram e mobilità sostenibile. Lo studio Sony-Sapienza conferma invece che ogni euro speso in infrastrutture di mobilità pubblica genera ritorni economici e sociali misurabili, rendendo le città più vivibili, competitive e inclusive.
fonte: Repubblica