Trasformare Roma in una città 30, come Bologna, Lodi e Olbia. « Perché la Capitale, come anche Milano, è un esempio negativo sul fronte della sicurezza stradale » . Non sono solo i black point e gli autovelox gli ingredienti per diminuire il numero dei morti sulle vie cittadine. Almeno secondo Francesca Chiodi, presidente del neonato Movimento per i diritti dei pedoni, un’associazione aperta da poco più di un anno con l’obiettivo di chiedere politiche che difendano il diritto delle persone a camminare « in luoghi accessibili, sicuri e dignitosi » , attraverso interventi a favore della pedonalità.
« I problemi — ha spiegato — dipendono da due cause. A livello nazionale non possiamo non osservare un atteggiamento ostile alle politiche per i pedoni, a partire dal nuovo codice della strada. Sono contro gli autovelox e contro le zone 30. A livello cittadino, invece, registriamo pochiinterventi di prevenzione e una situazione a macchia di leopardo ». Secondo il movimento la soluzione sarebbe quella di seguire l’esempio del capoluogo emiliano dove, «con la nascita della città 30 e incidendo sulla velocità si ottiene un vero abbattimento dei decessi. Roma dovrebbe seguire questo esempio. Invece in un mese sono già morte 6 persone,per mancanza a di controlli, di infrastrutture e ovviamente a causadei comportamenti individuali degli automobilisti. I black point? Sono una pezza, per noi è invece assolutamente necessario estendere le zone 30 a Roma, il più possibile. Crediamo che arrivare ad una città 30 sia una grossa parte della soluzione».
fonte: Repubblica