I nuovi autovelox sulla tangenziale est, sulla via del Mare e su viale Isacco Newton sono le prime vittime delle norme « fortemente volute » , come si legge sul sito del dicastero, dal ministro dei Trasporti contro i dispositivi di rilevamento della velocità dei veicoli su strada.

Gli strumenti per multare chi supera i limiti di velocità su queste tre strade, dove le auto si trasformano letteralmente in macchine da corsa, sarebbero pronti. Ma sono bloccati, in attesa del decreto di omologazione del ministero dei Trasporti. Un “ pasticciaccio brutto”, dovuto soprattutto alla volontà politica di attuare “ una stretta contro le multe selvagge”, copyright ancora dello stesso Mit.

« Sugli autovelox siamo fermi, in attesa del decreto che il ministero deve fare sulle omologazioni dei dispositivi e che forse arriverà in primavera» ha spiegato l’assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patanè. Sembrerebbe solo un problema di carattere burocratico. Ma il risultato è proprio quello di bloccare i dispositivi che secondo Salvini servirebbero a fare cassa.

Prima della riforma, per installare un autovelox i Comuni dovevano solo inviare una mera autorizzazione al ministero. Ma dopo una serie di ricorsi vinti da parte di alcuni automobilisti multati, in tutta Italia, e questo per la mancata omologazione dei dispositivi utilizzati, il Mit ha chiarito che tutti gli autovelox, prima di essere installati, dovranno passare “ tre gradi di giudizio”. I tratti di strada su cui gli autovelox potranno essere utilizzati dovranno essere individuati con un provvedimento del prefetto, autorizzati dal Mit e infine anche omologati.

Tornando a Roma, questa situazione ha determinato la mancata accensione degli autovelox che erano stati pensati dopo l’esperienza del tutori nella galleria Giovanni XXIII. «Ne abbiamo già sei pronti — ha aggiunto Patanè — ricordo il dispositivo immaginato per la via del Mare, i due sulla tangenziale est, un’altra coppia in via Newton e infine un altro autovelox sul viadotto del Giubileo » , quel tratto di strada sopraelevata sul Gra, tra la fine della Flaminia nuova e l’inizio di quella vecchia. Ma non è tutto, perché il Campidoglio avrebbe pronti 750 mila euro per installarne altri su strade già individuate con i decreti prefettizi. «Il nostro proposito — ha concluso l’assessore — è quello di allineare il Comune a “Vision zero”, il programma dell’Unione europea che mira ad arrivare a zero morti sulle strade, con un abbattimento del 50% delle vittime entro il 2030». Un obiettivo che Roma vuole raggiungere con autovelox, zone 30, photored e black point.

fonte: Repubblica