Nove vittime soltanto nel primo mese dell’anno, una sequenza che non accenna a interrompersi nonostante l’entrata in vigore del nuovo Codice della strada. Ma i numeri raccontano un’altra realtà: il pericolo resta immutato. Soprattutto per i pedoni. Attraversare la strada si conferma una sfida quotidiana, ovunque, dalla periferia al cuore della città. Il raccordo, soprattutto per i motociclisti, è una lotteria.
L’ultima vittima della strada aveva 61 anni, travolto lunedì sera su viale Palmiro Togliatti da un’auto pirata, che lo ha lasciato senza vita sull’asfalto. «Andava a più di 100 all’ora» ha riferito una testimone, raccontando di aver visto l’uomo « volare in aria come un birillo ». Il pedone, che si trovava in compagnia del suo cane, stava attraversando la strada, ma l’auto, senza assicurazione, è passata con il rosso a tutta velocità.
Come lui si può morire ovunque, anche a pochi passi dal Vaticano, come accaduto alla donna di 75 anni, investita il 30 gennaio. Tornava a casa con la spesa quando, poco prima di pranzo, una Fiat Panda guidata da un’anziana di 81 anni l’ha travolta su viale delle Milizie, all’altezza di viale Otranto. La donna era sulle strisce pedonali in un incrocio senza semaforo, che a quell’ora è solitamente molto trafficato. Eppure non è stata vista. « Non mi sono accorta di nulla » , avrebbe detto la conducente, che potrebbe essersi distratta con il cellulare. Ora è indagata per omicidio stradale.
A gennaio 2025, la polizia locale è intervenuta su oltre 2.400 incidenti, 77 al giorno. E non si tratta solo di tragiche fatalità. Secondo l’ultimo reportAci-Istat, il mancato rispetto delle precedenze e dei semafori è la prima causa di incidenti urbani (15,4%), seguito dalla guida distratta ( 12,5%) e dall’alta velocità. E quando si aggiungono droga e alcol, il rischio diventa una certezza: nel 2024, su 56.075 incidenti con lesioni rilevati dalle forze dell’ordine in tutta Italia, nell’ 8,5 % dei casi almeno uno dei conducenti era ubriaco. Il 3,2 % , invece, guidava sotto l’effetto di stupefacenti.
fonte: Repubblica