Una giungla invade le ciclabili di Tor Vergata verso l’università, erbacce e vegetazione incolta mettono in crisi chi percorre la pista che costeggia via Olimpica verso la Salaria. E poi la segnaletica a terra inesistente sulla ciclovia di viale Castro Pretorio che a tratti non ha cordoli divisori ed è invasa da auto e motorini. Stessa cosa su quella di via Cicerone in Prati. E ancora: viabilità impossibile per le bici in piazzale Labicano, dove la ciclabile si è cancellata perché non è protetta ed è regolarmente invasa dalle auto in transito, mentre una situazione ancora peggiore si registra sulla pista che costeggia via Tuscolana, dove all’altezza della fermata della metro A Numidio Quadrato le auto in sosta sono anche in seconda fila.
Sono molte le ciclabili non protette e pericolose individuate dal tour effettuato da Salvaiciclisti e il reticolo di piste mal segnalate è spesso interrotto.
La settimana scorsa, mentre il sindaco Roberto Gualtieri inaugurava il cantiere della nuova tratta ciclopedonale tra Monte Ciocci e San Pietro, una ventina di metri più in là un ciclista è caduto in una buca e ha forato la gomma posteriore. La ciclabile al momento in alcuni tratti è un colabrodo e l’uomo è sceso e ha spinto la bici a mano per raggiungere un posto dove ripararla. Altro che entusiasmo per le nuove opere.
Le fessure per l’asfalto ammalorato, spesso allargate fino a diventare piccole voragini, invadono la ciclabile di viale delle Milizie (Prati), una delle più lunghe e collegate della città. Dove ci sono anche moltissime interruzioni, con incroci insicuri e attraversamenti con altre piste mancanti per pochi metri. Come il percorso interrotto da piazzale degli Eroi alla ciclabile di Monte Mario che costringe i ciclisti a percorrere strade trafficate per più di un chilometro. In direzione sud verso il lungotevere, la stessa pista di viale delle Milizie incrocia quella di viale Angelico che collega via Ottaviano (a ridosso di San Pietro) con il Foro Italico. Qui però si interrompe e per raggiungere la zona del tennis, delle piscine e dello stadio bisogna scendere e spingere la bici sul marciapiede molto stretto per centinaia di metri.
Seguendo la ciclabile del lungotevere Flaminio in direzione centro si rischia di rimanere bloccati proprio sull’arteria più spettacolare per le bici, quella sugli argini del Tevere che arriva fino a Ostiense, al momento interrotta da due cantieri. Il primo, sotto ponte Regina Margherita, è segnalato solo davanti alle transenne e quindi costringe i ciclisti a tornare indietro al Flaminio per salire sulle rampe, altrimenti l’alternativa è prendere di peso la bici e trasportarla sulle scale, operazione impossibile con le batterie delle e-bike. «L’altra interruzione della ciclabile sul Tevere è tra ponte Testaccio e ponte Sublicio – ha denunciato Salvaiciclisti che il 28 giugno ha protestato con un presidio a Piramide –. La realizzazione della ciclabile Ostiense è in ritardo, infatti dopo un anno dalla prima protesta i lavori ancora non sono partiti».
L’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, a margine della presentazione della Monte Ciocci-San Pietro, ha spiegato: «Il ritardo è dovuto ai lavori per i sottoservizi (gas, elettricità e acqua, ndr), è inutile rifare l’asfalto due volte, quindi la ciclabile sarà fatta quando si chiuderanno quei cantieri». E le interruzioni della pista sul Tevere? «Non dipendono da noi – ha continuato Patanè –, dovete chiedere alla società Giubileo che sta facendo i lavori sulle banchine». Infatti l’azienda conferma che è in corso la riqualificazione degli argini del Tevere da ponte Cestio a ponte Regina Margherita, un intervento che interessa i muraglioni, la pavimentazione e la rimozione della vegetazione per circa 3,5 chilometri di banchina. Il tratto non sarà accessibile almeno fino a marzo 2025.
Infine, non sono partiti nemmeno i lavori del Grab (Grande raccordo delle biciclette, approvato e finanziato ormai dieci anni fa). «Gli interventi in via di San Gregorio inizieranno a metà luglio», ha assicurato l’assessore.
Fonte: Corriere.it