Oltre 200 colonnine di ricarica di auto elettriche vandalizzate nel solo mese di marzo. Altre centinaia nelle settimane precedenti, con numeri in fortissima crescita da inizio anno e “ focolai” presenti soprattutto nei quartieri Est e Sud Est della capitale. È un vero e proprio grido di allarme quello lanciato in questi giorni dai principali operatori del settore presenti in città, Enel, Acea, Plenitude, Tesla e On Charge, solo per citarne alcuni. A Roma è emergenza. Al punto che la città è stata definita l’epicentro nazionale dei furti dei fili di rame da queste importanti infrastrutture di rifornimento, fondamentali per assicurare il passaggio graduale a una mobilità alternativa, pulita e sostenibile.
Un tempo erano solo piccoli furti. I ladri erano spesso bassa manovalanza. Criminali minori di quartiere, non raramente legati al mercato nero di rame all’interno di alcuni campi rom della città. Ora, però, il fenomeno ha assunto una dimensione più ampia e decisamente più inquietante. Le indagini sono in corso ma il quadro che emerge, caratterizzato da un modus operandi completamente diverso dal passato, porta dritto verso l’est Europa: Roma sarebbe stata scelta da alcune bande di criminalità organizzata in arrivo da Romania e Paesi balcanici. Professionisti del settore, sempre più attratti dal valore crescente del cosiddetto oro rosso, visto che il rame può essere rivenduto sotto banco a cifre enormi: anche 9000 euro alla tonnellata.
Acea, che a Roma gestisce circa 350 colonnine tramite la società Acea Innovation, è una delle aziende più danneggiate. « Abbiamo subito recentemente la vandalizzazione di 11 infrastrutture di ricarica e 4 quadri elettrici, tutti per furti rame — fanno sapere — per un danno economico di circa 25mila euro » . Ancora peggio è andata ad Enel, il principale operatore presente nella Capitale, con circa un centinaio di infrastrutture di ricarica vandalizzate nelle ultime settimane.
Le colonnine più colpite sono spesso situate in aree meno sorvegliate e i furti avvengono prevalentemente nelle ore notturne ma, a quanto pare, sempre più spesso è stato rilevato il verificarsi di vandalizzazioni anche in pieno giorno. Questo non sta solo creando molti disagi agli utenti delle auto elettriche ma anche pericoli in termini di sicurezza e salute per i cittadini, che potrebbero venire in contatto diretto con i connettori elettrici divelti delle colonnine in attesa di ripristino.
Per questo le aziende stanno cercando di correre ai ripari. La risposta, fanno sapere gli operatori, passa attraverso due linee di azione. La prima riguarda le inchieste degli organi competenti, che sono in corso. E che saranno seguite dalla decisione delle società di scrivere al Prefetto di Roma per segnalare la situazione. La seconda si basa, invece, sulla difesa passiva. Ad alcuni fornitori di colonnine sono stati chiesti nuovi modelli con il blindaggio dei cavi tramite strutture interne molto più difficili da scardinare. Il tutto alla presenza di videocamere presenti sulle infrastrutture e allarmi sonori per indurre i ladri alla fuga.
Ma non è tutto perché una seconda soluzione presa in considerazione è quella di dispositivi automatici per sporcare i fili di “ oro rosso” con inchiostri o altre sostanze, con l’obiettivo di inquinare il rame e renderlo sostanzialmente invendibile. Come fatto in passato per i bancomat. Ma bisogna fare in fretta, perché il numero di colonnine fuori uso in città sta diminuendo a ritmi insostenibili.
fonte: Repubblica