A febbraio 2023 è cessato il servizio di Tobike, a postazioni fisse.

Le alternative a Torino ci saranno in autunno, quando partirà il nuovo bando comunale per le bici. Ma già l’assessora ai Trasporti Chiara Foglietta assicura: « Stiamo lavorando per far sì che chi desidera spostarsi possa farlo in sicurezza sia sulla propria bicicletta che su un mezzo in condivisione». Oltre allo sharing, sul tavoloci sono progetti per arrivare a quasi 300 chilometri di ciclabili in città (oggi sono 280) e studi per valutare nuove zone 30.

Era il 13 febbraio 2023 quando il servizio Tobike, oramai parte dell’arredo torinese, dichiarò la resa e in una lettera aperta parlò di « accanimento così brutale e ripetuto » di episodi di vandalismo e di 900 bici danneggiate o rubate nel 2022, circa tre al giorno.

Oltre un anno dopo la società Bicincittà Italia ha chiamato a raccolta gli ex utenti e ha coinvolto circa 2mila di loro in un sondaggio per fotografare la situazione senza il bike sharing a postazioni fisse, ma soprattutto le esigenze di chi prima sceglieva le bici gialle. C’è un tema di difficoltà, gli ex utenti segnalano di convivere a Torino con il timore per i furti (56%) e dei pochi parcheggi (39,4), oltre alla carenza delle piste ciclabili ( 37,2%) e traffico (35,5%).

Dopo la fine dell’era Tobike, il 61% di loro usa la bici privata percolmare gli spostamenti, oltre il 55% usa i bus, il 39% l’auto privata: «Un campanello d’allarme che segnala che il vuoto lasciato dal bike sharing a stazioni fisse non è stato adeguatamente riempito», commentano da Bicincittà. In coda chi usa in condivisione monopattini (10,9%), auto (9,1%) e bici (8,8%).

Comunque per il 62% il modello di sharing a stazioni fisse è un sistema «ancora moderno e utile». Della stessa idea la Consulta della mobilità ciclistica: «Abbiamo criticato un anno fa l’idea di chiudere Tobike senza un piano alternativo. Oggi ribadiamo quanto sia necessario un servizio semi- pubblico che abbia prezzi calmierati rispetto allo sharing free floating elettrico che ha un costo alto e viene scartata come opzione » , spiega il presidente Diego Vezza. Anche se precisa: «Parliamo di soluzioni marginali, la bici privata va privilegiata su tutto».

Che la bici sia scelta dai torinesi lo conferma 5T che elabora i dati delle 33 postazioni di sensori contabici in città. Ad aprile sono stati 1.100 gli spostamenti rilevati quotidianamente, un aumento del 42% rispetto all’anno scorso. Numeri su cui incidono anche i servizi in sharing.

Da metà aprile è partita la riorganizzazione del servizio monopattini condivisi: saranno quattro gli operatori attivi con una flotta totale massima di 3mila unità. Sulla scia di questa riorganizzazione, in autunno ci sarà il nuovo bando per lo sharing di bici e scooter, che guarderà a un ritorno delle postazioni fisse oltre al free floating. Oggi sono tre gli operatori attivi: Ride-Movi (880 biciclette, a pedalata assistita e no), Lime ( 170, di entrambi i tipi) e Cooltra (un centinaio di bici a pedalata assistita).

Sul numero totale dei mezzi a disposizioni gravano manutenzione e vandalismo. Ma dai dati del report di monitoraggio dei primi tremesi dell’anno (piattaforma Vianova), si va da un minimo dell’ 89,6% di mezzi disponibili a una massima del 98%. Per quanto riguarda il tasso di utilizzo giornaliero: ogni veicolo è stato impiegato 0,67 volte per 63.488 viaggi sempre nei primi tre mesi dell’anno, una media di 698 viaggi al giorno con picchi di 1.283 viaggi. Un totale di oltre 30 chilometri percorsi in tre mesi, con una durata media di 10 minuti e 15 secondi, per raggiungere soprattutto il centro, le stazioni e le università.

Il bando che riorganizzerà il servizio è « un tassello importante nella costruzione del sistema di mobilità di una città che ha a cuore ambiente e salute » , precisa l’assessora Chiara Foglietta. I dati, aggiunge, « dimostrano una maggiore propensione a servirsi delle biciclette » . Cambio di abitudini « che va sostenuto con la realizzazione di piste e corsie ciclabili l’individuazione di aree riservate alla sosta » . L’intenzione è mettere a sistema « bike sharing, corsie e ciclabili, zone 30, aree car free, pedonabilità e trasporto pubblico » .

Agli operatori che partecipano al bando sarà chiesto di aderire alla piattaforma MaaS e ad almeno una delle super app previste. Inoltre il bando terrà conto di una serie di indicazioni: « Per evitare errori – aggiunge Foglietta – bisogna pensare a un bando che definisca in maniera chiara il numero di operatori e di mezzi impiegati in città » .

fonte: Repubblica Torino