Oltre mille persone hanno manifestato davanti al Grattacielo della Regione Piemonte per denunciare le criticità del trasporto pubblico: treni in ritardo, bus insufficienti e condizioni di lavoro sempre più difficili. La mobilitazione, promossa da Cgil e Fiom con l’adesione di Federconsumatori, Fridays for Future, Legambiente, Arci, Libera, Udu e i pendolari del Comis, ha consegnato alla giunta Cirio un dossier di 27 pagine con richieste di nuove assunzioni, più mezzi e una riorganizzazione complessiva dei servizi.
Dal questionario allegato al documento — che ha coinvolto quasi 2.000 piemontesi — emerge che il 53% degli utenti giudica scarsa o pessima la qualità dei trasporti, con una rete metropolitana congestionata e territori periferici e montani spesso isolati.
Tra le voci dal palco anche quella di Fabio Poddighe, autista da 35 anni in Val Lemme (Alessandria) e rappresentante sindacale Cgil: «Con i tagli degli ultimi anni, soprattutto dal 2012, sono sparite molte corse e restano solo quelle scolastiche. Ci ritroviamo con turni che possono durare anche 15 ore, tra attese e corse sparse, e stipendi che per i nuovi assunti restano sotto i 9 euro l’ora. Così si isolano le comunità e si allontanano i giovani da questo mestiere».
La Regione, tramite la sottosegretaria Claudia Porchietto, ha annunciato l’apertura di un tavolo di confronto sui contenuti del dossier. L’assessore ai Trasporti Marco Gabusi ha ricordato gli interventi già avviati: 650 bus sostituiti, 200 in arrivo e 71 nuovi treni entro il 2026, oltre alla riapertura di tre linee ferroviarie e alla connessione con l’aeroporto di Caselle.
La Cgil, con il segretario regionale Giorgio Airaudo, ha annunciato l’apertura di una vertenza regionale sui trasporti, collegando la questione alla sanità e ai servizi pubblici, e chiedendo più risorse statali per un Piemonte “penalizzato” nelle dotazioni di bilancio.
Fonte: Repubblica