Il Consiglio regionale ha approvato il nuovo piano sulla qualità dell’aria. Il pacchetto include una serie di aggiornamenti rispetto al piano già esistente, con una dotazione economica di 4 miliardi di euro, di cui già 2,8 «operativi.
Il piano si articola su quattro settori con due diversi orizzonti temporali, il 2025 e il 2030. Il primo è «mobilità e aree urbane» e prevede azioni per favorire l’uso dei trasporti pubblici, oltre alla sostituzione di bus e treni e alla riduzione dei veicoli inquinanti. Un esempio: la tessera per i trasporti gratuiti dedicata agli studenti under 26 sarà estesa a tutte le città universitarie del Piemonte (che dovranno scegliere di aderire) e non più «confinata» a Torino.
Dal 1° ottobre 2025 – ma questa è una norma nazionale – saranno fermati i diesel Euro 5 nei comuni con più di 30 mila abitanti. L’altro ambito di intervento del piano riguarda la transizione da combustibili fossili a fonti rinnovabili con la sostituzione dei vecchi sistemi di riscaldamento con impianti a biomasse. Si attendono incentivi per la sostituzione delle vecchie stufe e contributi per la manutenzione.
Si tratta di interventi che, messi insieme, puntano alla riduzione delle emissioni per rientrare nei nuovi parametri europei sulla qualità dell’aria. Il termine ultimo è il 2030 ma gli Stati possono chiedere proroghe – cosa che Fratelli d’Italia, all’approvazione del piano sulla qualità dell’aria in Piemonte, ha già chiesto di verificare con il governo – con l’intento di arrivare a emissioni zero entro il 2050.
Obiettivi ambiziosi, certo, ma la qualità dell’aria in Piemonte, stando alle rilevazioni Arpa diffuse a ottobre, è già migliorata per quanto riguarda le polveri sottili e le giornate di sforamento dei limiti. Sui buoni risultati ottenuti, tuttavia, hanno influito anche alcune favorevoli condizioni meteorologiche.
Gli altri due settori di intervento sono probabilmente i più complessi: attività produttive e agricoltura. Sono ambiti dai quali arrivano emissioni di ammoniaca (soprattutto dalla zootecnia) e anidride carbonica, ma sono anche settori molto variegati dove sovente l’ammodernamento si scarica sulle spalle dei singoli.
Fonte: Corriere