Dai fondi garantiti dal Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sono in arrivo 4 milioni di euro per realizzare 15 chilometri di piste ciclabili tra Torino (soprattutto) e Grugliasco, da completare entro la fine dell’anno.
Le nuove piste si svilupperanno su 8 diversi assi che garantiranno una rete di collegamenti più sicuri ed efficienti per raggiungere le sedi universitarie cittadine, connettendole con le principali stazioni ferroviarie.

Tra i benefici attesi una mobilità più fluida, meno traffico e percorsi più sicuri. Il progetto si sviluppa attraverso una serie di percorsi strategici: Porta Susa diventerà un punto centrale, collegando le facoltà di Informatica e Scienze Motorie con un tracciato ciclabile dedicato. Porta Nuova invece sarà connessa all’area delle Molinette e alla facoltà di Medicina, con un percorso che attraverserà via Nizza. Un altro itinerario collegherà la stazione di San Paolo al campus di Grugliasco, passando per corso Torino, mentre piazza Bengasi diventerà un punto di interscambio fondamentale tra la metropolitana e il Politecnico. Anche stazioni come Madonna di Campagna saranno integrate in questa rete, contribuendo a connettere le principali aree urbane.

Non solo. Il piano prevede interventi innovativi per garantire la sicurezza dei ciclisti e ottimizzare l’uso delle piste ciclabili. Proprio per questo saranno installati semafori intelligenti e un’illuminazione smart con sensori di movimento per le ore notturne. Ed è possibile che vengano istituite nuove zone 30.

A ciò si aggiungono stazioni di ricarica solare per e-bike, mentre un’app monitorerà l’uso delle ciclabili fornendo dati utili per eventuali miglioramenti. Corridoi verdi pronti a ridurre le emissioni di CO2 di una delle città più inquinate d’Italia, migliorando la qualità dell’aria. E così il capoluogo piemontese cerca di accorciare la distanza — per ora ancora troppo ampia — con i migliori esempi europei. Una strategia da portare avanti con le Università del territorio, partner fondamentali nel progetto di mobilità ciclabile. Queste infatti stanno integrando la mobilità sostenibile nei programmi di studio, specialmente nelle facoltà tecniche e ambientali, così da formare i nuovi professionisti del futuro.

Nel frattempo le vendite delle bici, nel capoluogo, vanno a gonfie vele. «Nel 2019 vendevo 50 bici all’anno — racconta il proprietario di “Bicicleria 59” in via Bianchi — mentre oggi si viaggia a 25 al mese. Dal Covid in poi è cambiato tutto. Non si registrava una domanda simile dagli anni Ottanta, quando uscirono le primissime mountain bike e tutti volevano averne una».

fonte: Corriere.it