Il primato negativo spetta ad Asti, a seguire ci sono comuni della cintura e della pianura e a ruota Torino è allarme aria cattiva in Piemonte, dove negli ultimi tre giorni si sono registrati alti livelli di inquinamento, complice anche l’assenza di vento e di precipitazioni. Più che le polveri sottili Pm10, comunque su numeri rilevanti, a preoccupare sono le particelle ancora più fini, le Pm2,5 che sono maggiormente pericolose per la salute.

I valori delle centraline Arpa fra venerdì e domenica si sono colorati in gran parte di viola, ovvero sopra la soglia di 50 microgrammi per metro cubo, la classe di rischio più elevata (5 su una scala di 5). Domenica le cifre peggiori, con in testa alla scomoda classifica Asti (75 microgrammi), seguita da Chieri con 72, Casale con 71, Vinovo con 66, poi Torino e prima cintura: quartiere Lingotto 63, Settimo 61, via Rubino 60, piazza Rebaudengo 59, Beinasco 58. Ma sopra la soglia dei 50 troviamo anche Cigliano in provincia di Vercelli, Vercelli stessa, Novara, Borgaro.

Dati simili si erano già registrati una ventina di giorni fa, nella settimana a cavallo tra gennaio e febbraio. Non che vada tanto meglio con le Pm10. Qui i valori sono meno estremi — 4 su una scala di 5, che scatta sopra i 100 microgrammi per metro cubo — ma restano comunque preoccupanti. Anche qui la maglia nera è Asti ( con 91), seguita da Chieri e da Settimo e le stazioni di Torino attorno a quota 70. In tutto sono 21 su 34 i punti di rilevamento sopra la soglia dei 50 microgrammi.

La scorsa settimana il comitato Torino Respira ha diffuso un report particolarmente critico, prendendo come misura la centralina di Lingotto: lì la media delle concentrazioni di Pm10 da inizio anno è stata di 48 microgrammi per metro cubo, tre volte il valore raccomandato dall’Oms e un giorno su due da inizio anno si sono superati i limiti di legge delle concentrazioni giornaliere. Una situazione preoccupante, ma in linea con quello degli ultimi anni.

Da inizio anno a Torino possiamo conteggiare 24 superamenti della soglia di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10, in 48 giorni complessivi, la metà. La norma prevede che in un anno quel limite si possa superare al massimo per 35 volte. Nel 2022  i 35 superamenti sono stati raggiunti il 17 febbraio, nel 2020, prima del lockdown, il 9 febbraio.
Nel 2023, invece, la soglia dei 35 superamenti è stata toccata solo in autunno, perché ci sono stati molti giorni caratterizzati dal foehn.

Continua intanto a essere attivo su Torino — almeno fino a domani compreso — il semaforo antismog della Regione, basato proprio sulle previsioni dell’Arpa. Alle limitazioni strutturali si aggiunge così il blocco dalle 8 alle 19 dei diesel fino agli Euro 5 per il trasporto persone. Stesso divieto e orario per i mezzi per il trasporto merci Euro 3 e 4. Fermi tutto il giorno i ciclomotori Euro 0 e 1.

Il direttore ARPA sottolinea come “la porzione più fine delle polveri sottili, che non supera i 2,5 micron è pericolosa perché date le dimensioni può avere un’interazione dannosa con gli alveoli polmonari, con conseguenti effetti negativi per la salute». Le polveri sottili sono provocate «Dal traffico, dal riscaldamento, dalle reazioni chimiche nell’atmosfera per l’ammoniaca utilizzata nell’agricoltura. Un aspetto interessante è che nell’attuale normativa non si tiene conto della composizione delle polveri sottili, mentre nella nuova normativa europea in discussione potrebbe venire misurato il potere ossidativo di incidere sugli organismi. Oggi ci si limita a pesare quanto viene filtrato dalle centraline di rilevazione, in futuro si potrebbe anche fare l’analisi chimica».

fonte: Repubblica Torino