Continuando la serie di interviste ad amministratori locali che si occupano della mobilità nelle città monitorate dall’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile (Intervista al neo Assessore alla Mobilità di Cagliari), (Intervista all’Assessore alla Cura del territorio Domenico Scaramuzzi, Intervista a Marco Berlanda, Assessore alla politiche della mobilità, sviluppo della rete di trasporto pubblico locale, Intervista a Valentina Orioli, già Assessora alla Mobilità del Comune di Bologna) alle nostre domande ha risposto il vicepresidente dell’associazione nazionale dei comuni, ANCI, con delega alla mobilità sostenibile e al trasporto pubblico locale, Vito Parisi, Sindaco di Ginosa (TA).

 

Disciplinare la mobilità urbana è uno dei compiti più rilevanti e difficili per una amministrazione locale, in quanto si tratta di contemperare tante spinte anche divergenti fra loro da parte di categorie, cittadini, associazioni, ecc.. Negli ultimi tempi alcune norme (in ultimo la revisione del Codice della Strada) hanno in qualche modo ridotto l’autonomia nella materia per i comuni. Cosa ne pensa?

Come sindaco di Ginosa e vicepresidente di ANCI con delega alla mobilità sostenibile e al trasporto pubblico locale, ritengo che disciplinare la mobilità urbana sia una delle sfide più complesse ma al tempo stesso strategiche per un’amministrazione locale. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra le diverse esigenze dei cittadini, delle categorie economiche e delle associazioni, conciliando sostenibilità, sicurezza e funzionalità.

La recente revisione del Codice della Strada ha introdotto norme che, se da un lato mirano a una maggiore uniformità e sicurezza a livello nazionale, dall’altro limitano in parte l’autonomia dei comuni. Questo può essere un limite per quei territori che necessitano di soluzioni su misura, adattate alle proprie specificità e priorità.

Tuttavia, come rappresentante dell’ANCI, vedo anche un’opportunità in questa situazione: è fondamentale collaborare con il governo centrale affinché le normative nazionali possano essere accompagnate da strumenti flessibili che consentano ai comuni di attuarle in modo efficace. ANCI può e deve continuare a svolgere un ruolo di interlocutore chiave, promuovendo il dialogo tra amministrazioni locali e autorità centrali, per garantire che le esigenze dei territori vengano tenute in considerazione.

A livello locale, credo fermamente che una pianificazione integrata e partecipativa della mobilità urbana possa fare la differenza. A Ginosa, ad esempio, stiamo promuovendo iniziative che valorizzano la mobilità dolce e sostenibile, con un’attenzione particolare alla sicurezza stradale e al miglioramento delle infrastrutture. Come ANCI, stiamo lavorando per supportare tutti i comuni italiani nella transizione verso un modello di mobilità più sostenibile e inclusivo, con azioni concrete che valorizzino la centralità dei territori e dei cittadini.

 

La sicurezza stradale costituisce un problema importante per le nostre città, troppi incidenti, troppi morti e feriti ogni anno. Quale interventi ritiene si dovrebbero prendere per perseguire l’obiettivo europeo di zero vittime?

La sicurezza stradale è una priorità fondamentale per le amministrazioni locali. Credo che per raggiungere l’obiettivo europeo di zero vittime sia necessario intervenire su più fronti: migliorare le infrastrutture, come percorsi sicuri e zone 30, sensibilizzare i cittadini attraverso educazione stradale e campagne mirate, e utilizzare tecnologie avanzate per prevenire comportamenti pericolosi.

A Ginosa stiamo lavorando per rendere le strade più sicure con progetti di mobilità sostenibile e infrastrutture inclusive. Come ANCI, il nostro impegno è garantire risorse adeguate e condividere buone pratiche su scala nazionale, perché la sicurezza stradale è una sfida che possiamo vincere solo con la collaborazione di tutti. Ogni vita salvata è un successo per l’intera comunità.

Gli investimenti in infrastrutture non bastano per sostenere il trasporto pubblico locale, c’è la necessità anche di sostenerne la gestione ordinaria al fine di assicurare una offerta di trasporto adeguata. Entra quindi in gioco il problema del finanziamento del Fondo Nazionale Trasporti. Anche in questo caso cosa pensate di poter fare?

Il trasporto pubblico è essenziale per una mobilità urbana sostenibile, ma il ritardo infrastrutturale dell’Italia rispetto ad altri Paesi europei richiede un cambio di passo con investimenti stabili e ingenti. Come ANCI, ci impegniamo a rappresentare le esigenze dei territori, sollecitando risorse nazionali adeguate, semplificando le procedure burocratiche e promuovendo l’accesso ai fondi europei. Con specifico riferimento al Fondo Nazionale Trasporti, crediamo sia necessario incrementare in modo significativo le risorse finanziarie ad esso destinate e, al contempo, favorire un suo migliore utilizzo tramite una gestione più efficiente, anche rivedendone la governarce e consentendo un riparto diretto a favore di Città Metropolitane e Comuni capoluogo con più di 100 mila abitanti. La nostra azione mira a favorire, anche stimolando un miglioramento qualitativo degli affidamenti del servizio, la mobilità integrata, combinando trasporto pubblico tradizionale, servizi flessibili a chiamata, sharing mobility e mobilità dolce, oltre a incoraggiare progetti pilota innovativi ed efficienti e lo scambio di buone pratiche tra città. È, inoltre, essenziale prestare attenzione alle diffusissime progettazioni delle amministrazioni comunali in merito ai sistemi per il trasporto rapido di massa, come linee tramviarie, metropolitane o BRT, che rappresentano interventi in grado di cambiare il volto delle città, incidendo sulla qualità dell’offerta di trasporto, rendendolo più appetibile all’utenza, puntuale e veloce. Secondo un’analisi di ANCI il parco progetti riguardante le infrastrutture di trasporto rapido di massa ammonta a circa 10 miliardi di Euro, senza considerare interventi su hub/centri di mobilità. Riteniamo quindi fondamentale l’istituzione di un fondo pluriennale dedicato al finanziamento di tali interventi con una quota parte dedicata alla manutenzione dell’esistente. Solo un’azione congiunta e coordinata può garantire un trasporto pubblico moderno, efficiente e sostenibile per affrontare le sfide future.

Un tema centrale per lo sviluppo della mobilità sostenibile è costituito dalla riduzione delle emissioni inquinanti.  Nel 2030 entreranno in vigore i nuovi limiti previsti dalla Direttiva europea. Per quanto riguarda le limitazioni al traffico privato e il ricambio della flotta automobilistica, quale pensa siano le strade da intraprendere?

La riduzione delle emissioni inquinanti è una priorità non solo per rispettare i nuovi limiti previsti dalla Direttiva europea del 2030, ma soprattutto per tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale adottare un approccio integrato che coinvolga politiche di limitazione del traffico privato, promozione della mobilità sostenibile e accelerazione del ricambio della flotta automobilistica verso veicoli a basse o zero emissioni.

Per quanto riguarda le limitazioni al traffico privato, è necessario ampliare le zone a traffico limitato (ZTL) e istituire aree a zero emissioni, accompagnandole con misure che incentivino l’uso di mezzi pubblici, biciclette e forme di sharing mobility. Questi interventi devono essere supportati da una rete efficiente di trasporto pubblico, per offrire valide alternative agli spostamenti in auto privata.

Un altro aspetto cruciale è il ricambio della flotta automobilistica. È indispensabile promuovere l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi, attraverso incentivi economici e agevolazioni fiscali. Allo stesso tempo, è fondamentale potenziare l’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici, garantendo una copertura capillare anche nei centri minori.

Come ANCI, il nostro compito è sollecitare interventi strutturali da parte del governo e delle regioni, ma anche sensibilizzare i cittadini sull’importanza di adottare comportamenti più sostenibili. I comuni possono fare la loro parte attraverso iniziative locali, come piani di mobilità urbana sostenibile (PUMS) che prevedano misure integrate per ridurre le emissioni.

La transizione non sarà semplice, ma lavorando insieme tra amministrazioni, imprese e cittadini, possiamo raggiungere gli obiettivi europei e costruire città più vivibili, sane e rispettose dell’ambiente.

La mobilità attiva (pedonale e ciclabile) è un’altra componente fondamentale della mobilità sostenibile. Quali politiche pensa possano essere intraprese nelle nostre città?

La mobilità attiva, pedonale e ciclabile, è una componente cruciale per costruire città più sostenibili, vivibili e salubri. Promuoverla significa ridurre il traffico, abbattere le emissioni inquinanti e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Per raggiungere questi obiettivi, è necessario adottare politiche che rendano camminare e andare in bicicletta scelte sicure, comode e attraenti.

Innanzitutto, è fondamentale investire nella realizzazione e riqualificazione delle infrastrutture urbane. Creare una rete continua di piste ciclabili protette e ben collegate, insieme a marciapiedi ampi e percorsi pedonali accessibili, è un passo essenziale. Bisogna inoltre rendere più sicuri gli attraversamenti e limitare la velocità dei veicoli, specialmente nei centri abitati, introducendo zone 30 e altre misure di traffic calming.

Un altro aspetto chiave è integrare la mobilità attiva con il trasporto pubblico, facilitando l’intermodalità. Ad esempio, prevedere parcheggi per biciclette sicuri nelle stazioni ferroviarie e nei nodi del trasporto pubblico può incentivare l’uso combinato dei mezzi.

Anche la sensibilizzazione gioca un ruolo fondamentale. Le amministrazioni possono organizzare campagne educative per promuovere i benefici della mobilità attiva, coinvolgendo scuole, associazioni e comunità locali. Eventi come giornate senz’auto o bike to work possono contribuire a cambiare le abitudini delle persone.

Infine, è indispensabile incoraggiare l’uso quotidiano della bicicletta e della mobilità pedonale attraverso incentivi. Iniziative come il rimborso chilometrico per chi va al lavoro in bici, o premi per le scuole che adottano progetti di pedibus, possono essere strumenti efficaci.

Come ANCI, il nostro ruolo è sostenere i comuni nella pianificazione e realizzazione di queste politiche, favorendo l’accesso a fondi nazionali ed europei e promuovendo lo scambio di buone pratiche. La mobilità attiva non è solo una scelta sostenibile, ma anche un modo per costruire città più sane, vivibili e inclusive per tutti.

Negli ultimi anni si è sviluppata la mobilità elettrica individuale, con una ampia diffusione di e-bike e monopattini, soprattutto messi a disposizione dalla sharing mobility. Da parte di alcuni si è posto più l’accento sui problemi che sulle opportunità, cosa ne pensa?

La mobilità elettrica individuale, con l’uso di e-bike e monopattini, rappresenta un’opportunità significativa per rendere la mobilità urbana più sostenibile, veloce ed efficiente. La diffusione di questi mezzi, in particolare tramite la sharing mobility, contribuisce a ridurre il traffico e le emissioni inquinanti, offrendo soluzioni pratiche per gli spostamenti brevi.

È vero che, come per ogni innovazione, ci sono delle sfide, come la regolamentazione dell’uso dei monopattini e la sicurezza stradale. Tuttavia, credo che queste problematiche possano essere gestite con un’adeguata pianificazione, creando spazi sicuri per l’uso di questi mezzi e applicando regole chiare e condivise.

Invece di concentrarci solo sugli aspetti negativi, dobbiamo sfruttare le opportunità che la mobilità elettrica offre, sia in termini di riduzione dell’impatto ambientale che di miglioramento della qualità della vita nelle nostre città. Le amministrazioni locali possono favorire questa evoluzione con politiche che incentivano l’utilizzo sicuro e integrato di e-bike e monopattini, migliorando la rete di infrastrutture dedicate e regolamentando l’uso in modo equilibrato.

Nel suo comune, Ginosa, qualche anno fa è stata promossa l’iniziativa EcoCoin per sensibilizzare e incentivare i cittadini a comportamenti sostenibili. Per quanto riguarda la promozione della mobilità sostenibile, quali pensa possano essere gli interventi da promuovere per favorire cambiamenti nei comportamenti dei cittadini?

Per promuovere ulteriormente la mobilità sostenibile, credo che interventi mirati possano essere decisivi.

In primo luogo, sarebbe utile ampliare e rafforzare le politiche di incentivazione all’uso di mezzi alternativi all’auto privata, come il rimborso per chi utilizza la bicicletta o il trasporto pubblico. Creare incentivi fiscali o premi per chi adotta stili di vita più sostenibili, come l’utilizzo di mezzi a basso impatto, potrebbe stimolare un cambiamento nelle abitudini quotidiane.

Inoltre, è fondamentale educare e sensibilizzare i cittadini fin da giovani, integrando nelle scuole programmi di educazione alla mobilità sostenibile. Allo stesso tempo, l’organizzazione di eventi di mobilità sostenibile, come “giornate senza auto” o iniziative di bike to work, potrebbe coinvolgere attivamente la comunità.

Infine, la miglioramento delle infrastrutture per la mobilità dolce (piste ciclabili, percorsi pedonali sicuri) è essenziale per rendere la scelta di camminare o andare in bici più conveniente e sicura. Come amministrazione, continueremo a lavorare per creare le condizioni affinché i cittadini possano facilmente adottare comportamenti più sostenibili, contribuendo così al benessere della comunità e all’ambiente.

Con l’espolosione degli acquisti online la logistica urbana è sempre più diventata una componente importante della mobilità, per l’elevato numero di furgoni in circolazione, cosa pensa si debba fare in questo campo?

L’esplosione degli acquisti online ha sicuramente avuto un impatto significativo sulla logistica urbana, aumentando il numero di furgoni in circolazione e, di conseguenza, il traffico e le emissioni inquinanti nelle città. Per affrontare questa sfida, è necessario adottare soluzioni innovative che bilancino l’efficienza del sistema logistico con la sostenibilità ambientale e la qualità della vita urbana.

In primo luogo, le città dovrebbero incentivare l’uso di veicoli elettrici per le consegne, riducendo così le emissioni e il rumore. Inoltre, è fondamentale rivedere i modelli di distribuzione, promuovendo l’uso di hub logistici urbani, dove i pacchi vengono smistati e poi distribuiti in modo più efficiente con mezzi a basso impatto, come biciclette cargo elettriche o furgoni elettrici.

Anche la revisione degli orari di consegna è un intervento utile: incentivare le consegne durante le ore meno trafficate può ridurre l’intensità del traffico e migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane. Inoltre, è importante sviluppare infrastrutture dedicate per il transito dei mezzi di consegna, per evitare che questi blocchino il traffico o siano costretti a parcheggiare in aree non idonee.

Infine, le amministrazioni locali possono lavorare a stretto contatto con le aziende di logistica e le piattaforme di e-commerce per adottare soluzioni condivise che favoriscano l’efficienza e la sostenibilità delle operazioni di consegna. Un approccio coordinato, che tenga conto delle necessità delle città, dei consumatori e delle imprese, è fondamentale per affrontare la crescente pressione della logistica urbana.