In precedenti articoli abbiamo visto che ISTAT ha recentemente diffusi i sugli incidenti stradali nel 2023, analizzando poi questi dati nel tempo, anche alla luce dell’obiettivo strategico approvato dall’Unione Europea di una “obiettivo zero vittime della strada al 2050” indica un traguardo intermedio, al 2030, per il dimezzamento dei morti a seguito di incidenti stradali rispetto al 2021, anno in cui si sono verificati in Italia complessivamente 2.875 morti in incidenti stradali.
In questo articolo ci focalizziamo in particolare sui dati ISTAT che riguardano gli incidenti stradali avvenuti sulle strade urbane. Complessivamente riguardano circa il 73% del totale, ma il 94% dei feriti ed il 44% dei morti. Fra l’altro, da questi numeri si evidenzia l’estrema pericolosità delle strade extraurbane dove, in proporzione al numero di incidenti si registra in percentuale una quantità più che doppia di morti.
Nell’articolo sull’andamento dei dati generali, abbiamo evidenziato i comportamenti di guida che hanno avuto impatto letale: “eccesso di velocità” e “il mancato rispetto della precedenza (in particolare pensiamo al non rispetto delle strisce pedonali), a cui si aggiunge la guida “distratta”.
Questio rafforza la convinzione di quanto sia necessaria l’adozione di misure quali gli attraversamenti pedonali rialzati, i cosiddetti “
cuscini berlinesi“, la diffusione di dispositivi per controllare la velocità eccessiva (quelli demonizzati dagli amanti della velocità, come l’attuale Ministro dei Trasporti che sta cercando di renderli più difficilmente utilizzabili, e celebrati nella figura di “fleximan” da una narrazione davvero pericolosa) e più in generale – in ambito urbano – l’affermazione di una limitazione della velocità consentita – le cosiddette città 30 30 km/h, accompagnate da una ridisegno delle strade che ponga al centro delle sue preoccupazioni la salvaguardia degli utenti più deboli (pedoni, ciclisti, ecc.) ed un uso dello spazio urbano