Il previsto divieto di circolazione per i veicoli diesel euro 5 che la Regione Piemonte sta cercando di evitare (Torino – 20.5.2025 – “Misure antismog alternative” la controproposta del Piemonte per non bloccare i diesel Euro 5) è una misura prevista per rispondere agli obblighi derivanti dalla Sentenza di Condanna da parte della Corte di Giustizia Europa dell’Italia per non aver rispettato la Direttiva 2008/50 relativa alla qualità dell’aria ambiente e in particolare non aver provveduto “affinché non fosse superato, in modo sistematico e continuato, il valore limite annuale fissato per il biossido di azoto (NO2)” a conclusione della procedura di infrazione (2015/2043 – (causa 573/19)
La Sentenza fa riferimento al limite previsto dalla normativa italiana, in base alla Direttiva europea, per la media annua del biossido di azoto pari a 40 microgrammi per metro cubo (µg/m3), valore che nell’aggiornamento 2021 delle Linee guida dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità è indicato in un valore molto più basso, 10 µg/m3) per tutelare la salute umana e che nella nuova Direttiva Europea 2881/2024 è stato stabilito (a partire dal 2030) in 20 µg/m3. Il periodo interessato dalla Sentenza è quello che va continuativamente dal 2010 al 2018 per le aree urbane (agglomerati) di Torino, Milano, Bergamo. Brescia, Genova, Firenze e Roma, e per periodi più ridotti per Catania e zone industriali della provincia di Reggio Emilia, ma negli anni successivi (dal 2019 in poi) la media annua di 40 microgrammi è stata sempre superata.
La nuova Direttiva europea ha introdotto anche un limite per la media giornaliera del biossido di azoto (non presente nella normativa attuale) di 50 µg/m3 – l’OMS raccomanderebbe di non superare i 25 µg/m3 – che non devono essere superati per più di 18 volte in un anno solare. In realtà a Torino questo limite giornaliero nel 2030 è già stato oltrepassato per ben 44 volte nei primi quattro mesi dell’anno.
Questo carico inquinante produce un impatto sulla salute umana che è stimato ogni anno dall’Agenzia Europea per l’Ambiente e che per il 2022 (ultimo anno per il momento disponibile) indica per Torino in ben 1.630 le morti attribuibili all’esposizione al biossido di azoto, più di 200 ogni 100mila abitanti.
E’ evidente che sono assolutamente indispensabili misure efficaci per abbattere questo inquinante, ma esistono anche dati ufficiali sulle fonti che lo producono.
L’Inventario Nazionale sulle Emissioni in Atmosfera prodotto da ISPRA ed il corrispondente inventario regionale curato da ARPA Piemonte, indicano per il 2019 (ultimo anno disponibile per la disaggregazione territoriale dell’Inventario nazionale ed anche per i dati dell’inventario regionale) che il trasporto su strada contribuisce per il 52% all’emissione degli ossidi di azoto (per il territorio della città metropolitana) e per il 75% (per il comune di Torino). L’Inventario nazionale fornisce anche il dato rispetto al tipo di alimentazione dei veicoli, che – per la città metropolitana di Torino – è di ben l’89,4% per i veicoli diesel.
Il ché significa che oltre due terzi delle emissioni di ossidi di azoto è attribuibile ai veicoli diesel, per questo la misura prevista del blocco per questa tipologia di mezzi. E’ ben difficile che altre azioni possano avere effetti altrettanto efficaci.
Le emissioni di ossidi di azoto, i dati dell’Inventario Nazionale delle Emissioni in Atmosfera