A seguito della pubblicazione da parte dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) dei dati relativi al 2022 in merito all’impatto sulla salute per l’esposizione agli inquinanti atmosferici (10.12.2024 – Gli impatti sulla salute e sull’ambiente dell’esposizione all’inquinamento atmosferico rimangono elevati in tutta Europa) abbiamo aggiornato i grafici relativi alle 18 città monitorate – Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Prato, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia – dall’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile curato da Kyoto Club e Clean Cities Campaign.
Gli indicatori utilizzati sono quelli relativi al
- numero attribuibile di decessi (in valore assoluto e rapportato a 100.00 abitanti esposti al rischio) a causa dell’esposizione al PM2,5 e al NO2;
- anni di vita persi (in valore assoluto e rapportato a 100.00 abitanti esposti al rischio) a causa dell’esposizione al PM2,5 e al NO2.
Le stime sono fatte individualmente per i rispettivi inquinanti atmosferici. Non possono essere sommati insieme in quanto mostrano un grado di correlazione per singolo inquinante e malattie specifiche. Queste valutazioni si basano su studi epidemiologici e stimano l’aumento del rischio per unità di concentrazione di un determinato inquinante atmosferico per una popolazione al di sopra di una certa età.
Le tabelle pubblicate sono prodotte sulla base di quanto presente nella banca dati sull’onere di malattia dall’inquinamento atmosferico EEA. Banca dati che presenta le stime dal 2005 delle cifre di mortalità e morbilità attribuibili all’esposizione a PM2.5 e NO2 per i singoli paesi, regioni, fino al dettaglio della singola area urbana. Per queste ultime utilizza l’articolazione territoriale fondata sul grado di urbanizzazione distinguendo fra Urban Centres, Town, Suburb (vedi esempio mappa relativa all’area Firenze-Prato) presenti nell’ambito di una città metropolitana/ provincia, per cui non vi è una corrispondenza esatta con le aree ricomprese nei confini comunali.
Sono stati aggiornati complessivamente 41 grafici, quattro dei quali relativi al confronto fra le 18 città, e 2 per ciascuna città relativamente all’evoluzione nel tempo dei diversi indicatori considerati (morti attribuibili all’esposizione alle polveri sottili PM2,5 e al biossido di azoto NO2), ed infine quello che indica il divario rispetto all’obiettivo europeo al 2030 dell’azzeramento di queste morti evitabili. Ricordiamo che quest’ultimo inquinante è quello più strettamente connesso con le emissioni del trasporto stradale.
Dall’analisi dei dati emergono alcune evidenze:
- complessivamente negli Urban Centres delle 18 città monitorate dall’Osservatorio, nei quali la popolazione esposta nel 2022 era di circa 9 milioni di persone, l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato circa 12mila morti attribuibili all’esposizione al PM2,5 (rispetto ad un totale di 48.600 per l’intero territorio nazionale) e 4.400 attribuibili all’esposizione al biossido di azoto (rispetto a 9.600 a livello italiano);
- In termini assoluti a Milano (Urban Centre) si registra nel 2022 il maggior numero di morti attribuibili all’esposizione al PM2,5 (3.320), seguita da Napoli (2.014) e Napoli (849). In termini relativi, cioè rapportando questi numeri con 100.000 abitanti esposti, il maggior numero di morti attribuibili si ha a Torino (202), quindi Milano (201) e Bergamo (191);
- In termini assoluti a Milano (Urban Centre) si registra nel 2022 il maggior numero di morti attribuibili all’esposizione al NO2 (1.148), seguita da Roma (855) e Roma (1.827). In termini relativi, cioè rapportando questi numeri con 100.000 abitanti esposti, il maggior numero di morti attribuibili si ha sempre a Milano (69), quindi Torino (63) e Bergamo (51);
- Nei grafici relativi alle singole città sono indicati i trend di questi dati dal 2005 al 2022. Si evidenzia, ad esempio, per Milano una certa tendenza alla diminuzione delle morti attribuibili all’esposizione al biossido di azoto, da 115 (2005) a 69 (2022), anche se questi numeri rimangono comunque ancora troppo elevati, menter invece per quanto riguarda le morti attribuibili all’esposizione al PM2,5 la tendenza è molto meno chiara, in quanto si hanno diminuzioni ed incrementi altalenanti nei diversi anni, probabilmente per l’incidenza dei riscaldamenti delle abitazioni che costituiscono una fonte importante per l’emissione di questo inquinante.
Di seguito alcuni esempi di grafici in versione interattiva presenti nell’Osservatorio: